La dieta del gruppo sanguigno consiglia alle persone di mangiare in base al proprio gruppo sanguigno ABO (a, b e zero) per migliorare la propria salute e ridurre il rischio di malattie croniche, come ad esempio le malattie cardiovascolari.
Cito i dati riportati da un articolo scientifico pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale PlosOne nel 2014, in cui è stata valutata l’associazione tra modelli dietetici basati sul gruppo sanguigno e i risultati sulla salute generale e cardiovascolare.
In particolare, l’obiettivo di questo studio è stato determinare l’associazione tra le diete del gruppo sanguigno e i biomarcatori di salute cardiometabolica e se il genotipo ABO di un individuo sia in grado di modificare eventuali associazioni.
Metodo dello studio
Ai 1.455 soggetti che hanno partecipato allo studio è stato somministrato un questionario per valutare l’aderenza di ognuno dei soggetti a ciascuna delle quattro tipologie di dieta del gruppo sanguigno.
In seguito, questi risultati sono stati abbinati al gruppo sanguigno per verificare l’effetto del medesimo sul risultato della dieta.
I risultati sono stati i seguenti:
- L’aderenza dei soggetti alla dieta di tipo A è stata associata a un indice di massa corporea (IMC) più bassoe a indicatori favorevoli di circonferenza della vita, pressione sanguigna, colesterolo sierico, trigliceridi, insulina, HOMA-IR e HOMA-Beta (P<0,05).
- L’aderenza alla dieta di tipo AB è stata anch’essa associata a livelli più bassi di questi biomarcatori (P<0,05), ad eccezione dell’IMC e della circonferenza della vita.
- Nessuna associazione significativa con i parametri di rischio cardiovascolare è stata trovata per la dieta di tipo B.
- L’aderenza alla dieta di tipo O era associata a trigliceridi più bassi (P<0,0001).
- L’abbinamento delle diete “gruppo sanguigno” con il gruppo sanguigno corrispondente non ha modificato l’entità dell’effetto di nessuna di queste associazioni.
Da questi dati possiamo concludere che l’aderenza a determinate diete del gruppo sanguigno è associata ad effetti favorevoli su alcuni fattori di rischio cardiometabolico, ma queste associazioni sono indipendenti dal genotipo ABO di un individuo, quindi i risultati non supportano l’ipotesi della dieta del gruppo sanguigno.