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La Vera Alimentazione Umana – Parte 1

C’era un tempo in cui non ci si poneva il problema di che cosa mangiare e la cultura alimentare si trasmetteva di generazione in generazione. Ciascun membro della comunità sapeva quali piante e animali apportano i giusti nutrienti, conosceva i luoghi dove trovare il cibo e, non ultimo, come prepararlo. Gli studi scientifici non erano necessari perché non esistevano cibi processati, ingredienti sintetici, trattamenti chimici. E, men che meno, manipolazioni genetiche.
Oggi è tutto diverso: le organizzazioni pubbliche e private deputate alla comunicazione divulgano una mole d’informazione difficilmente gestibile dall’individuo che è fin da subito del tutto confuso. Infine, la dieta è spesso uno status che definisce la personalità con il risultato di creare fazioni contrapposte e mala informazione. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

La storia di Chuck lo scimpanzé 🐒

Immaginiamo che lo zoo di Briccopoli (serve solo come esempio, neanche a noi piacciono gli zoo!) abbia introdotto un nuovo scimpanzé. È il primo ad essere adottato, dunque i gestori e gli stessi veterinari hanno dubbi su come alimentarlo. Le opzioni sono tre:

  1. Ricercare di che cosa lo scimpanzé si nutra nel suo ambiente naturale e procurarsi quegli stessi alimenti.
  2. Elaborare una dieta che assomigli il più possibile a quella originaria dello scimpanzé, utilizzando cibi locali e facilmente approvvigionabili. 
  3. Elaborare una dieta basata su vari alimenti (alcuni dei quali iperprocessati) e analizzare la risposta dello scimpanzé.

Ciascuna di queste scelte ha vantaggi e svantaggi.

Da un punto di vista strettamente nutrizionale, l’opzione numero 1 appare come la migliore, la numero 3 come la peggiore. Lo scimpanzé si origina in Africa Centrale, dove è vissuto per grande parte della sua storia. Da un punto di vista evolutivo, si è separato dal suo più vicino parente, il bonobo, circa 1 milione d’anni fa. Studiare gli scimpanzé selvatici nel loro ambiente, al fine di comprendere quali siano gli alimenti e le dosi consumate per la loro sussistenza, sarebbe l’ideale per elaborare la dieta dello scimpanzé introdotto nello zoo (meglio ancora sarebbe ricreare un ambiente che gli consentisse di muoversi come nelle aree selvatiche). Ciononostante, una dieta al 100% aderente a quella dell’ambiente originario potrebbe essere inattuabile per ragioni pratiche.

La seconda opzione potrebbe rivelarsi la migliore dal punto di vista pratico: ricercare quali siano i macro e micro nutrienti propri dell’alimentazione originaria dello scimpanzé consentirebbe di selezionare alimenti coltivati (e dunque in commercio) necessari alla sua vita nello zoo. Procurare il cibo diventerebbe molto più facile che non seguendo la prima opzione. Non deve essere però trascurato il fatto che sono presenti differenze a livello nutrizionale tra le piante selvatiche e quelle coltivate (basti pensare ai sali minerali presenti nei terreni lasciati incolti, alla diversa esposizione ai raggi del sole in alcune parti della Terra), e per lo scimpanzé una dieta a base di sole piante coltivate potrebbe essere deficitaria. 

La terza opzione contempla molti alimenti iperprocessati (o industriali) e rappresenta la strategia peggiore per la salute dello scimpanzé. Una dieta di questo genere non ha prove fondate nel garantire la salute dello scimpanzé e potrebbe presentare profili nutrizionali distorti e dannosi rispetto a ciò che la sua fisiologia richiede. Questa dieta “artificiale” potrebbe utilizzare criteri che nulla hanno a che fare con la scienza della nutrizione, incluso l’utilizzo di cibi disponibili in gran quantità ma scarsi di nutrienti.

E per quanto riguarda noi?

Nei paesi occidentali (sì, anche in in Italia!) la percentuale di cibo iperprocessato o industriale destinato agli UMANI raggiunge anche il 70% del totale. Tali alimenti, poveri di nutrienti e ricchi di “calorie vuote” (zuccheri raffinati e grassi di scarsa qualità) sono tra le cause principali dell’insorgenza di sindrome metabolica, obesità e malattie infiammatorie. 

Ma allora… Qual è la dieta ideale per chi vuole rimanere sano oppure desidera rimettersi in forma ?
E per chi vuole abbassare l’infiammazione e avere energia da vendere ?

Ne parliamo nel prossimo articolo!

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