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Flessibilità Metabolica: cos’è e perché ti deve interessare – parte 1

Oggi parliamo di… FLESSIBILITÀ METABOLICA. Iniziamo dalle basi.

La fisiologia umana evolve costantemente a seguito delle fluttuazioni nella domanda e nell’offerta di energia, ovvero alternando assenza e abbondanza di cibo.
Questa ciclicità ci ha allenati a gestire il metabolismo energetico al fine di non sprecare momenti di relativa abbondanza (favorendo l’accumulo di grasso) e di saperci adattare a periodi di privazione energetica (attingendo alle riserve di grasso accumulate nei momenti più favorevoli).

Cos’è la flessibilità metabolica?


La flessibilità metabolica è la capacità di adattare in modo efficiente il metabolismo a seconda della domanda o dell’offerta

Cos’è la flessibilità metabolica?


La flessibilità metabolica è la capacità di adattare in modo efficiente il metabolismo a seconda della domanda o dell’offerta


Per fare un esempio pratico utile alla comprensione di questo concetto, pensiamo di avere una macchina ibrida (ad esempio a benzina e metano) e poter agilmente utilizzare uno o l’altro dei due carburanti a seconda della loro disponibilità o del tipo di prestazione che vogliamo ottenere.

L’era moderna, tuttavia, è caratterizzata da livelli di approvvigionamento alimentare senza precedenti.

La quasi continua assunzione di alimenti – in special modo di quelli trasformati industrialmente come i cibi ultra-processati – combinata con la NON-attività fisica, inibisce la flessibilità metabolica.

Gli studiosi di metabolismo spiegano che questo fatto può essere considerato alla base dell’epidemia dei dismetabolismi che oggi colpisce tutte le fasce di età e grava sui sistemi sanitari.

In generale, il corpo umano può utilizzare a scopo energetico carboidrati, acidi grassi e amminoacidi (proteine).

Abbiamo dunque compreso che chi è metabolicamente flessibile utilizza questi nutrienti a scopo energetico a seconda dell’esigenza metabolica e della disponibilità di questi nutrienti nella dieta. Chi, al contrario, è metabolicamente rigido, non ha questa capacità oppure la esprime con maggiore difficoltà.

Gli studi scientifici dimostrano che la perdita di flessibilità metabolica predispone all’accumulo di peso, oltre a favorire:

  • l’instaurarsi di resistenza insulinica –> l’anticamera del diabete,
  • l’infiammazione sistemica –> che predispone a problematiche cardiovascolari,
  • l’aumento dei livelli di trigliceridi.

A livello sistemico, il mantenimento dell’omeostasi metabolica durante l’alimentazione e il digiuno si basa sul controllo coordinato del carburante disponibile a livello di sistema.

I mitocondri sono le nostre centraline di produzione energetica e hanno un ruolo cruciale della determinazione della flessibilità metabolica.

Molti studi supportano l’idea che la perdita della corretta funzionalità mitocondriale causata da un eccesso di nutrienti sia la base della mancata o ridotta flessibilità metabolica, che è a sua volta legata allo sviluppo di diabete di tipo 2 (T2DM) e all’accumulo di peso.

Dato che la nostra alimentazione è caratterizzata da una costante abbondanza di cibo e di fonti di zuccheri, la perdita di flessibilità metabolica si evidenzia nella difficoltà di accesso ai grassi come combustibile.

L’utilizzo dei grassi a scopo energetico dovrebbe aumentare quando ingeriamo un pasto ricco di grassi, ma anche nello sport, nel digiuno, nella restrizione calorica e nella nostra amata dieta chetogenica di cui abbiamo parlato in questi due articoli (link articolo 1, link articolo 2).

A dimostrazione di come aumenti il consumo dei grassi durante la dieta chetogenica, vi segnalo uno studio che abbiamo pubblicato nel 2012 e che è stato presentato al congresso METABOLISM, DIET AND DISEASE organizzato da Biomed Central a Washington, DC (USA) dal 29 al 31 maggio 2012.

In questo studio abbiamo dimostrato come a seguito di 21 giorni di dieta chetogenica si verificasse un aumento del consumo di grassi a riposo, che invece non era presente in chi seguiva una dieta dimagrante non chetogenica.

Chi è “metabolicamente rigido” presenta dunque maggiori difficoltà di adattamento al digiuno così come a una dieta chetogenica, e deve attendere più tempo per ottenere i risultati sperati, siano essi legati al miglioramento della forma fisica o all’incremento della performance mentale. Oppure a un miglioramento atteso dei fattori di rischio cardiovascolare o altro ancora.

APPROFONDIMENTO 1 – MISURAZIONE:

Approfondimento 1 – Come si misura la flessibilità metabolica?


La flessibilità metabolica viene misurata attraverso l’analisi dei gas respiratori a seguito di un pasto ricco di grassi in due diversi momenti (dopo circa 2 ore e dopo circa 4 ore dalla fine del pasto).
Il soggetto è fatto stendere su un lettino in posizione di riposo e viene applicata una maschera che analizza la presenza, nell’aria espirata, di ossigeno e anidride carbonica. Da questi dati viene calcolato il Quoziente Respiratorio e il Dispendio Energetico a Riposo.
Si verifica così qual è il macronutriente (grassi o carboidrati) che viene maggiormente utilizzato a scopo energetico.
La flessibilità metabolica è stata definita come la variazione percentuale del tasso di ossidazione dei grassi nel periodo di studio di 4 ore, in risposta al pasto ad alto contenuto di grassi.

Approfondimento 1 – Come si misura la flessibilità metabolica?


La flessibilità metabolica viene misurata attraverso l’analisi dei gas respiratori a seguito di un pasto ricco di grassi in due diversi momenti (dopo circa 2 ore e dopo circa 4 ore dalla fine del pasto).
Il soggetto è fatto stendere su un lettino in posizione di riposo e viene applicata una maschera che analizza la presenza, nell’aria espirata, di ossigeno e anidride carbonica. Da questi dati viene calcolato il Quoziente Respiratorio e il Dispendio Energetico a Riposo.
Si verifica così qual è il macronutriente (grassi o carboidrati) che viene maggiormente utilizzato a scopo energetico.
La flessibilità metabolica è stata definita come la variazione percentuale del tasso di ossidazione dei grassi nel periodo di studio di 4 ore, in risposta al pasto ad alto contenuto di grassi.

Approfondimento 2 – Gravidanza: quali effetti ha l’eccessivo accumulo di peso sulla flessibilità metabolica in gravidanza?


Un interessante studio pubblicato a Marzo del 2020, ha messo in relazione la flessibilità metabolica e il grado di sovrappeso nelle donne in gravidanza.
Il sovrappeso in gravidanza dimostra una minore capacità di utilizzare i grassi a scopo energetico (figura A). Ne risulta che la flessibilità metabolica, espressa come variazione percentuale dell’ossidazione dei grassi dopo 2 e 4 ore dal pasto ricco di grassi, è significativamente inferiore rispetto a quella delle donne in gravidanza normopeso (figura B).
Sempre questo studio ha poi osservato che le donne con minor flessibilità metabolica presentavano un maggior grado di infiammazione e di insulino-resistenza, fattori che possono predisporre a complicanze durante e dopo la gravidanza.
Questi dati suggeriscono che essere in sovrappeso incide negativamente sulla flessibilità metabolica anche in gravidanza e predispone a complicanze durante la gestazione.
Dati emersi dal recente studio sulla flessibilità metabolica delle donne in gravidanza.

Approfondimento 2 – Gravidanza: quali effetti ha l’eccessivo accumulo di peso sulla flessibilità metabolica in gravidanza?


Un interessante studio pubblicato a Marzo del 2020, ha messo in relazione la flessibilità metabolica e il grado di sovrappeso nelle donne in gravidanza.
Il sovrappeso in gravidanza dimostra una minore capacità di utilizzare i grassi a scopo energetico (figura A). Ne risulta che la flessibilità metabolica, espressa come variazione percentuale dell’ossidazione dei grassi dopo 2 e 4 ore dal pasto ricco di grassi, è significativamente inferiore rispetto a quella delle donne in gravidanza normopeso (figura B).
Sempre questo studio ha poi osservato che le donne con minor flessibilità metabolica presentavano un maggior grado di infiammazione e di insulino-resistenza, fattori che possono predisporre a complicanze durante e dopo la gravidanza.
Questi dati suggeriscono che essere in sovrappeso incide negativamente sulla flessibilità metabolica anche in gravidanza e predispone a complicanze durante la gestazione.
Dati emersi dal recente studio sulla flessibilità metabolica delle donne in gravidanza.

Spero che questo approfondimento sulla flessibilità metabolica sia stato di tuo gradimento!

Arrivederci al prossimo articolo nel quale discuteremo di come ciascuno di noi possa recuperare e incrementare la propria flessibilità metabolica.

Alessandra Lodi

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