Carboidrati
Per ridurre il rischio di diabete gestazionale e l’aumento eccessivo del peso corporeo, studi suggeriscono l’importanza di impostare in gravidanza una dieta a basso indice glicemico.
Un trial clinico randomizzato ha valutato l’efficacia di un intervento di educazione nutrizionale in un gruppo di donne nel primo trimestre di gravidanza mirato alla promozione
del consumo di cereali a basso indice glicemico e alla valutazione di alcuni outcome della gra- vidanza e sul peso corporeo rispetto ad un gruppo di controllo (senza intervento di educazione nutrizionale) (McGowan et al., 2013). L’intervento di educazione nutrizionale ha portato dei risultati positivi nel gruppo di intervento: l’87% delle donne aveva sostituito i cereali raffinati con cereali integrali e l’aumento di peso in queste donne a fine gravidanza era significativamente inferiore rispetto a quello del gruppo di controllo, che aveva continuato ad assumere cereali raffinati non avendo ricevuto suggerimenti ed indicazioni sui benefici del consumo degli alimenti integrali (McGowan et al., 2013).
Dieta a basso indice glicemico
Se vuoi saperne di più sulla dieta a basso indice glicemico, prendi appuntamento con la nostra specialista Alessandra e visita il nostro account Instagram Kerixlab.
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Proteine
Il fabbisogno proteico della donna aumenta durante il periodo della gravidanza, principalmente nel secondo e terzo trimestre rispetto al fabbisogno indicato per una donna adulta (paria a 54g/gg).
II trimestre: +8g/gg
III trimestre: + 26g/gg
I grassi e l’importanza del DHA
Nel periodo della gravidanza i LARN raccomandano un’assunzione di grassi (chiamati anche lipidi) compresa tra il 20 e il 35% dell’E totale giornaliera.
Durante la gravidanza (e anche durante l’allattamento) è richiesto un aumento dell’assunzione giornaliera dell’acido docosaesaenoico (DHA) pari a 100-200 mg/die (LARN, 2014) e quindi, oltre la quantità è fondamentale in questo periodo la qualità delle fonti lipidiche. Il DHA è un componente essenziale delle membrane cellulari, importante per lo sviluppo del cervello e della retina, coinvolto nella funzione visiva. Una revisione del 2012 (Bernardi et al., 2012) ha dimostrato che un’assunzione carente di grassi polinsaturi n-3 nella dieta materna è associata a un ridotto o compromesso sviluppo del cervello e delle funzioni cerebrali, mentre l’aumento dei livelli di assunzione determina miglioramenti relativi sia alla memoria che alle capacità cognitive.
Ci sono inoltre alcune evidenze che dimostrano il possibile ruolo dell’assunzione omega-3 in relazione alla riduzione del rischio di parto prematuro (Sallis et al., 2014) e nella possibile riduzione del rischio di pre-enclampsia, giusto peso della placenta e sviluppo cognitivo (Stein et al., 2011).
Fonti uniche di DHA (e di EPA) sono i prodotti ittici: sono maggiormente ricchi i pesci grassi come il salmone atlantico selvaggio, lo sgombro e le acciughe.
Dieta vegetariana
In caso di dieta vegetariana, è possibile utilizzare un integratore di DHA algale associato all’olio di lino. Chiedi consiglio in farmacia!
Dieta vegetariana
In caso di dieta vegetariana, è possibile utilizzare un integratore di DHA algale associato all’olio di lino. Chiedi consiglio in farmacia!
Bassi livelli plasmatici di DHA sono stati determinati in donne che seguono esclusivamente diete vegetariane o che non consumano pesce (Michaelsen et al., 2011; Thomas& Sanders, 1999) e in gestanti che mantengono l’abitudine al fumo (Agostoni et al., 2005).
Lipidomica
Hai mai sentito parlare della lipidomica? Grazie a questa scienza è oggi possibile analizzare la composizione delle membrane delle tue cellule e personalizzare l’integrazione di omega-3 durante la gravidanza.
Lipidomica
Hai mai sentito parlare della lipidomica? Grazie a questa scienza è oggi possibile analizzare la composizione delle membrane delle tue cellule e personalizzare l’integrazione di omega-3 durante la gravidanza.